Per avvicinare i più giovani alla vita amministrativa di un piccolo paese, niente di meglio che farla provare loro in prima persona, magari in una veste ritagliata su misura. L'intenzione è ottima, peccato che a volte la messa in pratica sia di tutt'altro stampo.
Forse quanto visto in un piovoso sabato mattina di fine autunno nell'assoluzione di obblighi familiari è un'eccezione, ma resta comunque indicativa delle ragioni alla base della diffidenza che circonda la politica a ogni livello.
Convocati Consiglio Comunale da una parte e ragazzi dalla quarta elementare (pardon, scuola primaria) alla seconda media (o scuola secondaria di primo grado che dir si voglia) dall'altra, per presentare l'iniziativa del Consiglio dei Ragazzi e relativa procedura formale di approvazione, al termine della mattinata tutto poteva dirsi tranne che l'obiettivo fosse stato raggiunto.
Anzi, la sensazione che sorge spontanea al termine di una seduta incredibilmente noiosa è che Sindaco, Assessori e Consiglieri abbiano scovato un ottimo mezzo per liberarsi dalla concorrenza del futuro al costo di un sabato mattina passato a svolgere il proprio dovere.
Il tutto non è durato molto, ma è bastato a evidenziare un vero e proprio fossato tra Amministratori e studenti. A parte l'intervento del Sindaco, il quale ha perlomeno dimostrato impegno nel volersi rivolgere agli studenti in un linguaggio adeguato, il resto della seduta avrebbe stroncato anche il più paziente e navigato appassionato di politica.
Forse l'ora insolita di un giorno non lavorativo, forse il clima uggioso (ma l'aula rovente, e non per le tradizionali discussioni), fatto sta che i successivi tre interventi risulteranno sì memorabili, ma per ragioni opposte a quelle per cui erano stati previsti.
A partire dal Segretario Comunale, capace di eseguire l'appello dei per lo più svogliati presenti con un entusiasmo da far invidia all'impiegato pubblico della più irriverente caricatura.
Subito dopo, l'intervento di un Assessore, abile nell'illustrare la procedura da seguire con toni e terminologia tali da far sentire ignorante anche il più navigato tra notai, avvocati o commercialisti. Gente, insomma, abituata a parlare difficile.
Ma il meglio (si fa per dire) doveva ancora venire. Quando la parola passa al Consigliere che ha avanzato la proposta del Consiglio dei Ragazzi sembra lecito attendersi una spiegazione adeguata alla platea. I presenti (ragazzi, genitori e insegnanti) ricorderanno con tutta probabilità quell'interminabile mezzora come il momento in cui hanno messo definitivamente una pietra sull'interesse per la vita amministrativa. Più che senza capire il perchè, senza capire proprio una parola del sonnolente discorso.
Volti soddisfatti riprendono colore all'approvazione del testo, ma solo perchè l'alzata di mano finale produce lo stesso effetto della campanella scolastica. E, per una volta, i primi a correre all'aria aperta incuranti della pioggia sono gli insegnanti.
Geppe
2 commenti:
... ma sei scemo, è stato interessantissimo, era un modo per far sentire la voce dei ragazzi in Consiglio. Solo perchè ti sei annoiato tu non vuol dire che agli altri non sia interessato.
Carissimo (e coraggiosissimo) Anonimo. Io credo di aver capito a quale occasione si riferisce l'articolo.
Per questo ti chiedo: mi sapresti dire precisamente quali argomenti hanno esposto i ragazzi, e cosa ti porta a un giudizio così lapidario?
Mamma Giulia
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