mercoledì 21 ottobre 2009

Chiusura ufficiale stagione MTB in Valle Olona

Il 1° Novembre, con ritrovo c/o l'Agriturismo La Rondine in Lonate Ceppino (VA), nella terra delle 2 ruote da strada, le ruote grasse daranno di nuovo il meglio di se, anche grazie al supporto delle Aziende Partner dell'evento e agli sponsor di questo Staff (Morewood, Bilestyle, Selle San Marco, Agriturismo La Rondine, Tomasini Covers, Nuova Italimballi Srl, Marcello Bergamo Maglieria Sportiva).
L'escursione della mattina prevederà un test di 2 biciclette della gamma Morewood equipaggiate con selle dell'Azienda Selle San Marco, da parte di 2 riders dello Staff; con l'occasione verrà testata una scarpa Vans prodotta per le attività in mountain bike e protezioni-caschi Pro-Tec.
Nel pomeriggio i prodotti verranno messi a disposizione dei visitatori, che potranno testarli sui single track che circondano l'area, ma anche sui north shore, sulla linea di dirt jump e sulla jump che saranno in loco per l'occasione.
Per il pranzo in agriturismo è gradita la prenotazione entro il Mercoledì 28 Ottobre per al meglio poter organizzare la sala.
Programma del raduno:
- ore 08.30 ritrovo dei partecipanti;
- ore 09:30 escursione in Mountain Bike con test bike Morewood e test Selle San Marco;
- ore 12:30 rientro escursione e pranzo in Agriturismo;
Nel pomeriggio,
- test bike su sentieri e jump box;
- escursione a richiesta per i più piccoli;
- kids trail, percorso ad ostacoli artificiale;
- jump box per MTB e BMX.
Nelle escursioni sarà previsto un Accompagnatore di Mountain Bike UISP ogni 10 persone partecipanti.
All' interno del kids trail sarà sempre disponibile una guida del Nostro Staff che accompagnerà i più piccoli sugli ostacoli.
Quote di partecipazione:
- Escursioni: 5 euro per non associati;
- Pranzo in agriturismo: 20 € (Risotto salsiccia & barbera, polenta e bruscitt, acqua, vino, bibite gelato e caffè).
Come Arrivare: Autostrada Milano-Varese, uscita Busto Arsizio, seguire per Solbiate Olona e poi Cairate-Lonate Ceppino. Sul gps imposta Lonate Ceppino via dei Noccioli 11, Loc. San Bernardo.
Info organizzative: Marco Angeletti 392 2946319

giovedì 15 ottobre 2009

Dedicato a chi vuol fare le scarpe alla MTB

Eccole qua, le scarpe che Vans ha dedicato alla Mountain bike, e che ci è stata data da maltrattare un po'...

Premessa: praticamente già nel 2008 Vans, nota Azienda per l'abbigliamento e le calzature per lo skateboard e per lo snowboard, aveva pensato di dedicare una scarpa alla Mountain Bike, ma era da subito stata vista come una scarpa dedicata esclusivamente alle discipline quali il Downhill (discesa con bici Bi-Ammortizzate e ammortizzatori dalla escursioni più che generose) e il freeride (più che una disciplina, una concenzione di vedere le escursioni, anche se poi si è pensato di farla diventare una "disciplina", dedicandogli vere e proprie parti nei cataloghi bike) in quanto non aveva al possibilità di poter inserire gli SPD (o sgancio rapido in italiano, i pedali volgarmente chiamati "con la tacchetta")

Probabilmente molti Beta Tester (coloro che svolgono la funzione di provare i materiali per le Aziende, tipo noi) avranno segnalata la cosa insieme alle altre "impressioni".

La settimana scorsa sono stato quindi equipaggiato con la Scarpa, che già alla vista mi ha gasato (termine che parla da sè!!!). A prima vista sembra essere molto "massiccia" e pesante, idea che ho dovuto subito cambiare una volta presa in mano: "pesa molto di meno della mia Adidas", ho subito pensato, considerato che questa è interamente in pelle.

La parte superiore è provvista di velcro per bloccare i lacci evitando quindi che vadano a impigliarsi con le corone o la catena; altra miglioria apportata rispetto al modello precedente. Non vedo l'ora di metterla in pratica.

Sabato mattina sono andato dal mio meccanico cicli di fiducia e, messi su i famosi sganci o tacchette che dir si voglia, domenica mattina, durante la country bike ho potuto dare vita all'inizio del maltrattamento.
Seppur breve come cosa, i km percorsi sono stati solo 8, ho subito notato che la suola della stessa sembra essere abbastanza rigida e avere un ottimo grip (presa) quando si tende a "sganciare" la scarpa e poggiare la pianta del piede sul pedale, per controllare al meglio la propria bicicletta nei passaggi tecnici, soprattutto in discesa.

Per il momento posso affermare che è un vero peccato che in Italia questa scarpa non sia disponibile nei negozio del settore, probabilmente per il fatto che molte persone hanno l'idea che, come mi ha detto qualcuno, "non sia una scarpa da front ma una da full"

Premesso che la front è la mountain bike provvista di sola forcella ammortizzata anteriormente (quindi Front) e la full sia quella mountain bike con doppio ammortizzatore, la mia domanda è: ma esistono scarpe da full e scarpe da front??

Io direi che esistono scarpe race (gara) e scarpe da escursionismo, e questa è una scarpa per chi, come me, va in mountain bike in escursione e non si vuole perdere niente della natura durante il proprio giro, quindi anche poter scendere dalla bicicletta, camminare nel bosco e visitare i luoghi dove si passa, potendo camminare con "naturalezza" senza dover sembrare un robot, cosa che succede abitualmente a chi è in possesso di scarpe con le "tacchette" classiche della scarpe da gara o anche delle scarpe di chi fa ciclismo su strada.

E' normale poi che per chi fa attività di discesa, quindi avvalendosi di mountain bike con doppio ammortizzatore ed escursioni generose, la scarpa è adatta, in quanto bella "grossa" e rinforzata nei punti giusti del piede che spesso vanno a "cozzare" con sassi e rami (interno ed esterno del piede, piuttosto che talloni e punta)

Presto inizierò un test più approfondito, visto che sono stato contattato da una rivista web del settore, proprio per redarre un articolo sulla Valle Olona, questa scarpa, due biciclette...

A presto, per il seguito del test della Vans Warner SPD e del test caschi e protezioni Pro Tec

Keep tuned
Marco

mercoledì 14 ottobre 2009

Bagno di folla, rapita dal bike trial di Emissioni 0

A distanza di nove mesi dalla data in cui l'Associazione Sportiva Emissioni 0 è stata fondata, non ci saremmo mai aspettati, pur avendo lavorato molto alla promozione e alla comunicazione delle nostre attività a livello locale e Nazionale, un bagno di folla del genere. Proprio così, un bagno di folla è quello che si è riversato nell'area adiacente alla chiesa di Lonate Ceppino dove ci era stato chiesto di organizzare una dimostrazione di Bike Trial e un piccolo camp ragazzi con il Nostro kids trail.
Complice la Sagra che si svolgeva nelle immediate vicinanze e una splendida giornata di sole, siamo riusciti a coinvolgere in meno di un'ora circa 70 bambini nel Nostro kids trail, prima che i veri mattatori della giornata (Marco Carradore e Matteo Pasquali) calamitassero tutta l'attenzione del pubblico presente.
Questa volta i nostri due funamboli si sono trovati di fronte un percorso un po' insolito, che comprendeva anche dei passaggi realizzati sfruttando diversi materiali e mezzi, messi a disposizione dall'Agriturismo La Rondine, per l'occasione. Ma Matteo, Campione Nazionale FCI 2009 cat. Master, e Marco non si sono lasciati impressionare. Complice anche un pubblico extra carico, hanno mostrato di cosa sono capaci i funamboli su due ruote come loro, dimostrando quello che è la disciplina del bike trial: dedizione,passione,fatica e tanto tanto equilibrio...più un pelo di pazzia!!!
E quando il gioco si è fatto veramente duro, Matteo è salito a 2.50 mt eseguendo un salto nel vuoto che ha lasciato a bocca aperta tutti gli spettatori, e anche lo Staff. Atterraggio perfetto in perfetto stile: il nostro ragazzo farà vedere di cosa è capace veramente, al prossimo Campionato Nazionale 2010 Elite e mostrerà i denti a tutti gli avversari!!!
Non contenti i funamboli hanno deciso prima di chiamare tre spettatori per sottoporli a una piccola "risonanza magnetica" con un mezzo un po' insolito e poi hanno chiamato dieci volontari all'interno del percorso facendo si che anche loro provassero l'effetto che fa vedere una bicicletta da trial...dal basso.
Lo show a questo punto aveva emozionato anche il nostro Staff e tutti i bambini presenti, che hanno voluto approfittare del percorso per poter provare anche loro qualche passaggio tecnico; un vero dispiacere dover dire di no a qualcuno di loro, ma il sole iniziava a tramontare ed il momento di "ripiegare" il tutto era arrivato.
Foto di rito con il Comitato della Sagra e con lo Staff, soddisfatti appieno da questa giornata che ha portato anche il primo trofeo sociale in casa: il premio per il gruppo sportivo piu numeroso iscritto alla Country Bike che si è svolta la mattina.

ASD Emissioni Zero e Insubria Bike Festival hanno fatto centro, e l'anno sociale non è ancora finito.
Il nostro ringraziamento va alle Aziende che supportano le Nostre Attività: Gravity, Nuova Italimballi Srl, Tomasini Covers, Maglieria Sportiva Marcello Bergamo, Vans e Pro Tec che per l'occasione hanno messo a disposizione, abbigliamento, calzature e protezioni per i 2 funamboli e lo Staff.
Le foto ed il video dell'attività ai link

venerdì 2 ottobre 2009

Viaggiando si impara - Le buone maniere

Varcare i limiti territoriali della propri nazione per un viaggio di piacere è sempre istruttivo. Per quanto virtuali siano diventate molte frontiere, non serve infatti percorrere molti metri in terra straniera per accorgersi subito di quanto in realtà persistano marcate differenze di usi e costumi. Non sempre c’è da imparare, ma torna utile, e a volte sconfortante, scoprire quanta strada a casa propria sia necessario percorrere all’insegna della convivenza civile. Civile intesa come in grado di offrire a tutti un adeguato livello di sicurezza.

Il Paese in questione non è uno di quelli più blasonati da questo punto di vista, come Svizzera, Austria e Germania o la Scandinavia, spesso vittime di luoghi comuni intenzionati a liberarsi frettolosamente da eventuali responsabilità e doveri, ma uno molto più affine all’Italia, vale a dire la Francia.

Primo termine di paragone, la sicurezza sulle strade e dintorni. In effetti, superata la linea di confine, non serve molto prima di capire come una barriera doganale non sia indispensabile per segnare la differenza. Basterà arrivare alla prima rotonda per osservare le prime interessanti usanze transalpine.

Per prima cosa, le auto in arrivo hanno la curiosa trovata di rallentare sempre e comunque; operazione peraltro agevolata da un rispetto pressoché totale dei limiti di velocità. Inoltre, una volta rispettata nientemeno che un’eventuale precedenza fermandosi di norma un metro prima dello stop piuttosto che un metro dopo, arrivano addirittura a segnalare la direzione di uscita con la freccia. La differenza con la terra nostrana è così marcata da restare inizialmente perplessi, forse vittime di una candid camera, ma ci si può abituare e arrivare perfino a vedere il traffico scorrere senza i continui strattoni dovuti a improvvise frenate e accelerazioni. Certo, diventa più difficile scommettere su quale uscita imboccherà il veicolo che occupa la rotonda o scoprire se il malcapitato di turno riuscirà a frenare in tempo per evitare il sempre presente prepotente, ma in compenso si porta a casa carrozzeria, pelle e sistema nervoso, tutto in piena efficienza.

Un’altra usanza molto diffusa oltreconfine è prendere in considerazione la distanza di sicurezza. Non solo, addirittura si arriva di norma a rispettarla. Può sembrare strano vedere auto e moto viaggiare a diversi metri invece di pochi centimetri dai rispettivi parafanghi, eppure sembra che queste persone riescano a vivere anche senza manifestare insofferenza verso chiunque osi frapporsi sulla strada, non ceda la strada immediatamente in qualsiasi situazione, o non si pieghi ai frenetici zig-zag. In compenso, sembra traggano soddisfazione dal vedere i consumi ridotti grazie alla velocità costante e il traffico più fluido. In cambio sono disposti persino a rinunciare al piacere di inquadrare da vicino le carie del pilota alle spalle attraverso lo specchietto retrovisore.

Veramente incomprensibile inoltre, per un italiano medio, capire cosa possa indurre tante persone a non collegare il telefono cellulare direttamente alla chiave di accensione come vorrebbero tanti italiani. Chi proprio non riesce a resistere alla tentazione o alla necessità di chiamare durante la guida, ha la curiosa abitudine di usare un auricolare, quello strano oggetto sconosciuto ai più, solitamente di serie con il telefono o comunque in vendita a circa il 5% del valore del prezioso compagno di viaggio. Certo, l’emozione di assistere a sofisticati esercizi di contorsionismo testa-mani-collo-sigaretta-cambio è tutt’altra cosa, ma è anche possibile fare a meno di dover indovinare da quale parte i telefonista di turno effettuerà la successiva sterzata improvvisa.

Ma è su un altro aspetto che i francesi arrivano veramente all’impensabile. Per accorgersi, è necessario munirsi nientemeno che di una bicicletta, uno di quei mezzi considerati il più delle volte intrusi dagli abituali frequentatori delle strade nostrane. Sembrerà incredibile, ma oltralpe le biciclette sono considerati veicoli con pari dignità. Quindi, pedalando lungo una strada, diventa praticamente impossibile non solo sentire avvicinarsi rombi di motore in accelerazione fino a un cm dalla ruota posteriore, ma addirittura vedere sfilare i mezzi motorizzati a una frazione di centimetro a velocità folli. In poche parole, si rispetta la distanza di sicurezza, anche e soprattutto lateralmente, superando se e quando la strada lo permette. Come faccia tanta gente ad accettare serenamente di dover procedere qualche centinaio di metri al passo di una bicicletta senza poter sfogare a colpi di clacson e manovre azzardate la propria frustrazione può essere difficile da capire, ma sembra proprio che la conseguenza più marcata sia un minore lavoro per la cronaca nera. E un incentivo a usare di più le biciclette, bambini compresi.

A scopo puramente scientifico sarebbe infine interessante replicare una pratica molto diffusa: riservare lo spazio in prossimità di un incrocio regolato da semaforo esclusivamente alle biciclette. Anche nell’improbabile ipotesi che tale spazio venisse rispettato, chiunque fosse disposto a fare da cavia, sappia che in Italia rischia di essere inquadrato dal SUV di turno come potenziale obiettivo per uno strike.


Geppe