martedì 10 luglio 2012

Con l'ambrosia, dimenticata anche la salute

L'arrivo della stagione calda rappresenta per molti anche l'inizio del periodo più piacevole dell'anno. Per una parte consistente della popolazione però, i primi caldi si portano dietro anche qualche cosa di molto meno simpatico. Dopo aver trovato condizioni particolarmente favorevoli infatti, l'ambrosia, una pianta particolarmente infestante e fonte di forti allergie, si è rapidamente diffusa nel varesotto e continua a colonizzare terreni soprattutto incolti.


Il problema è noto da tempo, tanto è vero che a livello regionale esiste un'ordinanza che prescrive tagli obbligatori diverse volte nel corso dell'estate, a salvaguardia di quel 20% della popolazione, in crescita, sempre più soggetto a forti raffreddori, arrossamenti degli occhi e in certi casi, asma.


Di regola, tale ordinanza, prevede almeno tre tagli, di cui il primo a fine giugno, e viene ripresa dai singoli Comuni, ai quali spettano anche i relativi controlli.


Negli ultimi anni però, proprio quando una certa attenzione stava portando ai primi risultati concreti nel contenimento dell'ambrosia, l'attenzione è calata, con la conseguenza che la pianta sta riprendendo possesso di vaste zone. Lo dimostra come siano solo due i Comuni della Valle Olona ad essersi posti il problema. Oltre a Fagnano Olona e Solbiate Olona infatti, dell'ordinanza nessuna traccia, nè sul sito Web, nè in giro per il paese. 


Soprattutto, l'ambrosia è una pianta che cresce molto velocemente, a partire dal mese di giugno, ma diventa pericolosa per la salute solo nel momento della fioritura, generalmente verso fine luglio. Quindi, intervenire per tempo, nella seconda metà di giugno, quando le piante sono già riconoscibili, ma ancora piccole, poco diffuse e innocue, non solo renderebbe migliore la vita a tante persone, ma aiuterebbe a contrastare molto meglio la diffusione, spendendo meno di quanto in genere si rende necessario a fine agosto, quando in pratica il danno è già stato fatto.


Ultimo aspetto da non sottovalutare, l'ambrosia trova terreno particolarmente fertile a ridosso delle strade e nelle zone oggetto di movimenti di terra e traffico. Primi indiziati, i cantieri, e con i lavori della Pedemontana nel vivo, la guardia andrebbe alzata, non abbassata.


Geppe



giovedì 5 luglio 2012

Così l'informazione si scava un baratro

Sesso, Sangue, Soldi, Così recita l'Abc del giornalista d'assalto, pronto a mettere in secondo piano qualche scrupolo pur di conquistare la ribalta con un articolo che porta in fondo la propria firma. Poco importa quanto risponda alla realtà, in certi casi l'importante è farsi notare. In questo periodo dove di Soldi ne girano pochi, di Sesso è sempre più delicato parlarne, non resta che aggrapparsi a al Sangue. 


Nella foga di dare notizia di un evento di cronaca nera, l'importante magari non è proprio esagerare, ma se ci scappa qualche dettaglio per spettacolarizzare la vicenda, spesso si cede alla tentazione, con buona pace dell'etica professionale (ma, per l'appunto, preoccupazione dei professionisti del settore).


Questo, si spera, è quanto successo con il decano dell'informazione locale. Su La Prealpina fa infatti scalpore la notizia di un nuovo suicidio dal Ponte di Cairate, quello che attraversa la SP12 in direzione Tradate. 


Non capita spesso, ma non è la prima volta (il suicidio, gli strafalcioni invece stanno diventando abitudine). Per questo, le barriere erano state alzate e la cosa è giustamente stata fatta notare.


Il problema è un altro. Più si cade dall'alto più ci si fa male. E qua forse il bravo giornalista deve aver creduto che trenta metri non davano abbastanza scalpore alla notizia. Ecco allora come per incanto che la piccola Valle Olona diventa un autentico baratro, con coste profonde qualcosa come trecento metri (con tanto di grassetto, quindi vero e proprio dolo). Così, il piccolo volo, pur sempre fatale, si trasforma in precipizio.


Cose d'alta montagna. Ma per un giornalismo un po' più basso, giusto a misura di Valle Olona