giovedì 13 maggio 2010

Viaggiando si impara. A fare la festa ai bambini


La prima volta il giudizio poteva essere influenzato dalla novità e dall’entusiasmo, ma la seconda esperienza a Seridò non lascia più spazio a dubbi. La manifestazione di Montichiari dedicata esclusivamente ai bambini e al loro divertimento merita di essere sostenuta, incoraggiata, pubblicizzata e presa ad esempio.

La formula è molto semplice e proprio per questo con tutta probabilità efficace e ignorata dagli strateghi della comunicazione. Tutto ruota intorno ai bambini e al loro divertimento, rigorosamente senza alcun aspetto commerciale o di lucro. L’intero progetto si basa sul contributo di volontari, sulla buona volontà di Associazioni e istituzioni del bresciano e sul desiderio dei più giovani di volersi divertire. E il bello è che la cosa funziona.

Senza campagne pubblicitarie martellanti, senza elaborati programmi, senza promozioni commerciali mascherate da giochi e laboratori. Soprattutto, senza santoni del marketing infarciti di vision, mission e teorie analoghe. Bar, ristoranti, chioschi, qualche sponsor e banchi souvenir non mancano, ma discreti al punto da invogliare a comprare e a prezzi ragionevoli. La maglietta ricordo, sei euro contro i venti tipici dei grandi parchi a tema poco distanti e con una qualità almeno pari. Il Cd-Rom con le musiche, sei euro contro qualsiasi tentazione di scaricarlo e senza le usuali raffiche di spot capaci di rendere un prodotto insopportabile.

Poche le regole e per buona parte destinate ai genitori. Alla luce dei fatti, una delle decisioni più sagge, come dimostra, subito dopo la biglietteria, la corsa alla conquista del tavolo destinato al lauto pranzo già alle nove del mattino. In realtà, applicando una normale rotazione legata agli orari del pranzo, di spazio ce ne sarebbe per tutti, ma l’istinto di appropriarsi di una fetta di territorio da segnare con borse e frigoriferi portatili sufficienti a sfamare un esercito per una settimana è troppo forte per non prendere il sopravvento. Chi fino a mezzogiorno preferisce dedicarsi ai giochi, a causa di tali soggetti si troverà impegnato in una sorta di caccia al tesoro alla ricerca di una panchina o un marciapiede libero per consumare il proprio pasto, davanti a file di tavoli occupati presidiati a oltranza da tovaglie, bicchieri usa e getta e contenitori industriali pieni di insalata di riso, cotolette e affini.

Il biglietto lo pagano solo gli adulti: nove euro a testa (invariato da diversi anni) per far trascorrere ai propri figli una giornata indimenticabile: da uscirne stravolti ma totalmente soddisfatti. Niente giostre spettacolari, niente scenari da brivido, niente proposte elaborate da chi sembra non sia mai stato giovane; solo il divertimento come lo chiede un bambino. Ampio spazio quindi a gonfiabili, laboratori, attrezzature sportive, giochi costruiti senza alcuna necessità di attrezzature sofisticate, costruzioni elaborate o costose strutture. E tutto senza il bisogno di ricorrere all’elettronica, fatta eccezione per un piccolo stand, poco frequentato, dotato di computer rigorosamente non connesso a Internet e corredato solo di programmi didattici.

Sono decine i gonfiabili, proposte tanto semplici quanto apprezzate dai bambini, con solo l’imbarazzo della scelta e code ampiamente nel limite del ragionevole. In alternativa, la possibilità di cimentarsi in qualsiasi tipo di sport, dall’atletica al karatè passando per arrampicata, tiro con l’arco, pallavolo o basket. C’è anche il calcio naturalmente, ma in un angolo e frequentato più da papà che da bambini. Un altro stand è invece dedicato alle attività per i più piccoli. Biciclette, monopattini, tricicli, e tutti i mezzi di trasporto rigorosamente a spinta sono a disposizione su appositi circuiti protetti, dai quali non emerge alcuna sensazione di pericolo. All’occorrenza, casco e balle di segatura sono pronti a scongiurare anche i più remoti rischi di un incidente di percorso.

Quindi, altre centinaia di metri quadrati riservati ai giochi. Giochi intesi nel senso più semplice possibile: costruzioni di ogni fattura, biliardini di svariate fogge, giochi da tavolo in formato famiglia e tutto quanto l’evoluzione del settore ha saputo proporre da un secolo a questa parte, con una marcata preferenza per la manualità.

Ancora, piccola piscina per barche a vela o a pala manuale, area con cavalli, biblioteca per scambiare un proprio libro con quello liberato da un altro, una serie di laboratori limitata solo dalla fantasia degli organizzatori.

Il tutto, fattore più importante, all’insegna della totale disponibilità degli addetti a qualsiasi mansione. E, ancora più importante, rigorosamente affidato a tantissimi giovani volontari, i veri artefici, capaci di assistere i bambini con ineguagliabile disponibilità, serenità e allegria dalle nove del mattino fino alle sette di sera. Per tre giorni di fila, per due settimane consecutive. Giovani esattamente come quelli tutti in giorni agli onori della cronaca per fatti poco edificanti. Ragazzi per cui emozione forte è sinonimo di riuscire a offrire sempre con un sorriso spontaneo anche dietro le facce più stanche e davanti ai bambini più vivaci e intransigenti.

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