venerdì 1 giugno 2012

Vecchi scheletri e nuove concessioni

Entro il 31 dicembre tutti i Comuni della Lombardia dovranno aver approvato i PGT. Se per tante Amministrazioni la scadenza non rappresenta un problema e hanno già provveduto da tempo all'approvazione definitiva del Piano di Governo del Territorio o stanno completando la procedura, altrettante dovranno per forza di cose imprimere una spinta decisa e superare ogni indecisione.

Senza entrare nel merito dei singoli PGT già approvati o in fase di discussione, compito in genere assunto dall'opposizione di turno impegnata per definizione a stroncare ogni progetto, da praticamente tutti i Piani definiti emerge qualche interessante comune denominatore.

Prima di tutto, sempre più spesso il PGT viene utilizzato anche come strumento per sostenere bilanci comunali sempre più in debito di ossigeno. In mancanza di entrate dirette, la possibilità di vincolare la costruzione di edifici a opere pubbliche è una tentazione alla quale è sempre più difficile resistere. 

Di fronte a una comprovata necessità urbanistica e all'aumento delle popolazione, difficile pensare a una soluzione diversa. Quello che lascia qualche perplessità è però il risultato di una semplice ricognizione per la zona. Anche senza bisogno di trasformarsi in investigatori, semplicemente muovendosi per la Valle Olona e i paraggi, come in qualsiasi altra zona, è facile notare come un gran numero di capannoni siano ormai in stato di abbandono. Nei casi più estremi, scheletri di cemento fanno sempre più fatica ad affiorare tra vegetazione e rifiuti abbandonati. 

A questo punto, viene abbastanza naturale chiedersi se proprio non sia possibile, prima di sacrificare aree intatte, procedere al recupero di questi edifici abbandonati. Anche solo per abbattere e costruirne di nuovi, ma sulla stessa superficie. Se la ragione di questa scelta è il costo, sorge un nuovo dubbio: oggi, costruire su una zona verde potrà anche essere meno costoso di riqualificare un'area. Lo stesso discorso vale però nel lungo periodo? Cioè, vale la pena di mettere in gioco una risorsa limitata? Anche se questo significa progettare  oltre i cinque anni del mandato comunale?

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