venerdì 20 marzo 2009

La storia nascosta della leggendaria Scalinata

Sono ormai passati circa due mesi da quando, dopo il momento di gloria che da 50+5 anni la mette al centro dell'attenzione per una domenica di gennaio, è tornata nell'anominato. Passata l'euforia legata alla festa del Ciclocross di Solbiate, per la mitica scalinata che dal paese scende in Valle è ripresa la vita di tutti i giorni tornando a essere poco più di un punto di passaggio.

A parte la cura amorevole con la quale i volontari della G.S Solbiatese organizzatrice della manifestazione sportiva, la tirano a lucido in previsione della corsa, nei restanti mesi dell'anno le attenzioni dedicate a questo pezzo di storia sono ridotte ai minimi termini. D'inverno, neve ghiaccio e fango rendono il passaggio un punto delicato, mentre in estate la crescita degli arbusti circostanti non di rado impedisce materialmente salire o scendere gli scalini.

Eppure una testimonanza del genere meriterebbe qualche attenzione in più, qualche intervento più regolare non solo di pulizia ma anche di manutenzione, per evitare che i ciottoli di cui sono fatti i gradini diventino eccessivamente sconnessi. Ma c'è un'altra considerazione degna di nota. Grazie ai racconti dei meno giovani, negli anni passati a Solbiate Olona ho imparato a comprendere il reale valore storico di questa scalinata, La Scalinata come si chiama in paese. Scoprire la rassegna di ciclisti che si sono cimentati bicicletta in spalla su quel centinaio di gradini in ogni condizione di tempo è un patrimonio che pochi altri luoghi si possono permettere.

Ho imparato così bene la lezione che ogni volta che mi capita di portare qualcuno a scoprire la Valle, La Scalinata è una delle tappe più importanti, se non la più importante. Vista dall'alto magari sembra solo una rampa di gradini un po' malconci, ma è dal basso che si presenta in tutta la sua maestosità: la successione di scalini in sassi, il bivio a circa due terzi dove gli atleti tirano giù la bicicletta dalla spalla per buttarsi a capofitto in una discesa da brividi col fiatone e quasi alla fine, la piccola cappella con la Madonna a vigilare e al tempo stesso a rassicurare i passanti.

Qualche tempo fa è toccato a me raccontare a una persona appena arrivata da queste parti la storia della Scalinata. Dopo il piacere di poter finalmente restituire quanto mi è stato elargito in passato e contribuire a diffondere questa sorta di leggenda, mi sono però trovato spiazzato di fronte a una domanda: "Ma se questa scalinata è così importante, come mai è così poco curata e, soprattutto, come mai non c'è niente che la segnali, un cartello che consenta di raggiungerla o una targa all'inizio o alla fine che spieghi di cosa si tratta?".

In preda a un senso di disagio, non ho saputo cosa rispondere, ma forse la risposta non posso darla io.

Geppe

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi sono posta anch'io la stessa domanda. Mio figlio parteciperà alla gara di ciclocross di domenica 17 gennaio, e cercando informazioni su internet, non ho trovato molto di più di ciò che è scritto su questo blog. Mi aspettavo molto di più. Più foto, più informazioni. Per esempio: lunghezza, dislivello, anno di costruzione, utilizzo nel tempo, curosità, ecc..