Riqualificazione, rivalutazione, recupero e tutte le altre parole spese negli ultimi tempi a proposito dell’Olona rischiano di trovarsi fuori gioco nel giro di pochi minuti. Basta infatti un pomeriggio qualsiasi di una giornata di fine inverno, durante una passeggiata in bicicletta o a piedi, come quelle che i sempre più numerosi frequentatori hanno preso l’abitudine di fare lungo il fondovalle, per trovarsi di fronte a una realtà ben diversa.
Vedere l’Olona ricoperta da uno strado di schiuma bianca uscita da un canale di sfogo del collettore è uno di quegli spettacoli che lasciano l’amaro in bocca, offrono spazio a un velo di tristezza e accentuano il contrasto con i primi segnali di risveglio di una natura alla fine della stagione invernale e della più lunga stagione del degrado.
Erano circa le tre e mezza del pomeriggio quando un ragazzo appassionato di pesca, ancora fiducioso sulla possibilità di vedersi consegnato dagli adulti un ambiente vivibile, trova il proprio angolo di fiume preferito sommerso da quella schiuma bianca tanto stonata quanto estranea. Immediato l’allarme ai vigili del fuoco, giunti a breve sul posto e per nulla stupiti dalla nuova azione di scarico abusivo. Difficile poter fare altro che prendere nota della realtà e avanzare le prime ipotesi, mentre sul luogo sopraggiungono anche i volontari della Protezione Civile di Fagnano Olona e la Polizia Locale di Gorla Maggiore. Per tutti, poco altro da fare oltre a scattare fotografie, stendere un verbale e lanciare un sguardo desolato verso il fiume ancora una volta vittima, nella migliore delle ipotesi, della superficialità di qualche azienda.
Poco più a monte, i lavori da un milione di euro per l’impianto di fitodepurazione, poche ore dopo, a Castiglione Olona, un atto d’amore nei confronti del corso d’acqua sotto forma di incontro tra passato, presente e futuro. La mattina successiva, uno dei regali più belli all’Olona e alla propria gente da anni a questa parte: l’inaugurazione della pista ciclopedonale. Decine, centinaia di persone coinvolte, loro sì, nel recupero della Valle e nel lasciare alle prossime generazioni un ambiente migliore di quello trovato. Tutto inutile di fronte all’incuria, alla superficialità se non addirittura all’egoismo di pochi, disinteressati a danni incalcolabili per risparmiare poche decine di euro.
Servono un paio d’ore dopo che lo scarico si è arrestato prima che le tracce di schiuma diventino visibili solo all’occhio attento, ma tra i numerosi passanti in questo periodo lo sguardo viene subito catturato da questa sorpresa, da questo nuovo attentato al proprio futuro.
Difficile risalire al responsabile, il collettore è la sezione terminale dove gli scarichi di tante industrie sono già stati convogliati. Altrettanto difficile però ignorare la necessità di intervenire. Pochi mesi fa, nello stesso luogo una situazione analoga. Poche settimane fa, più a valle un’altra testimonianza simile. Intano, alle porte del capoluogo scarichi fognari domestici direttamente nel fiume sono stati inutilmente segnalati da tempo.
Intanto, l’Olona aspetta, nel passato ha vissuto ben di peggio, ma nel passato almeno c’era la scusa del bisogno, di una parziale ignoranza. Oggi l’Olona è spesso al centro di dichiarazioni d’amore e per questo l’attentato ha un sapore diverso: se una volta era indifferenza o incoscienza, oggi un atto del genere ha tutto il sapore del tradimento.
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