Eppure non sarebbe così difficile almeno provare a mostrare un po' più di interesse. In fondo, c'è chi per incarico, con relativa retribuzione, è chiamato a tutelare l'ambiente e gli abitanti. Per cominciare, basterebbe prendersi a cuore il problema. Banalmente, alzarsi dalla poltrona e studiare la situazione da vicino. Complice la pista ciclopedonale che scorre spesso a fianco del fiume l'operazione non richiede neppure spirito d'avventura.
Tanto per cominciare si può risalire l'Olona e accorgersi che a Solbiate Olona, proprio davanti allo scarico industriale dell'ex Sir la schiuma abbonda. Contrariamente a quanto tanta genere è indotta a pensare, la causa non è da ricercare qua. La presenza del salto accompagnata dal ritorno delle acque usate dall'impianto produce lo sgradevole risultato visivo, ma non è la ragione.
Anche più a monte infatti, la scena si ripete, nei pressi del cantiere della Pedemontana, altro facile bersaglio. Fino a prova contraria, l'autostrada è esente da ogni colpa. Anzi, secondo quanto dichiarato dalla società, le acque vengono regolarmente monitorate all'inizio e alla fine del cantiere, dove spesso si rivela addirittura più pulita.
Non c'è da stupirsi, visto che storicamente la causa si è spesso rivelata poco sopra, in prossimità del collettore di Fagnano Olona, costretto a subire improvvise ondate di piena di liquami non autorizzati e di conseguenza travasati nel fiume. Proprio a Fagnano Olona, sul ponte della strada che porta a Gorla Maggiore, tracce di schiuma sono ben visibili, dando quindi ragione a Pedemontana. Tracce che si ritrovano ancora più in su, a ridosso dell'ansa e verso il ponte della ferrovia.
Quindi, se a Cairate c'è un depuratore sul cui funzionamento non c'è ragione di dubitare, il tratto a rischio si restringe in modo consistente. A questo punto, appare difficile pensare che non sia solo questione di buona volontà. Se non c'è reale interesse a salvare l'Olona, che almeno si sappia.
Geppe
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